martedì 26 ottobre 2010

una segnalazione : FREAK BRIT


Do the Pop ha il piacere di segnalare concerti ed eventi interessanti in giro per l'Italia.....
Iniziamo con il Freak Brit:
se siete a Roma non  perdetevelo !!!


Recensione N.E.T.T. da Shiverwebzine

N.e.t.t. – Any ideas yet (2010- Autoprodotto)

23 11 2010
 
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Ve la ricordate la vostra adolescenza? Quando ascoltavate una quantità industriale di album e la musica occupava una buona parte delle vostre ore libere, affascinati da quel mondo avete anche iniziato a suonare uno strumento con passione e dedizione. Il passo successivo è stato naturale: mettere su una band con gli amici per divertirvi e provare a diventare delle rockstars. Suonavate quello che ascoltavate e cioè una sorta di garage rock con tutta la foga che avevate in corpo.
Apriamo la scatola dei ricordi per parlare dei N.e.t.t., un gruppo di ragazzi di sedici anni di Magenta  che per la loro età e la voglia di emergere ricordano da vicino molti di noi.
Any ideas yet è un autoproduzione energica composta da sei canzoni intrise dalla migliore tradizione rock d’oltremanica, sia quella a noi contemporanea (Arctic Monkeys e Libertines su tutti) che quella classica degli anni sessanta- sessanta (Beatles, Rolling Stones, Kinks).
“You know what happened if you weren’t there” e “Mr Jack” sono canzoni garage rock che fanno convivere le linee sonore del basso nervoso con la batteria infuriata, creando un vortice di urgenza e coinvolgimento. Siamo in territorio Arctic Monkeys, della loro velocità smanettona e i N.e.t.t. si trovano a loro agio con queste sonorità.
Le canzoni migliori di “Any ideas yet”sono altre: “Homicide, suicide” è arrabbiata, la chitarra è sempre sporca ma apre il discorso verso lidi punk- hard rock tutti da esplorare. Alla fine della canzone, le voci si rincorrono in un crescendo micidiale.
“You” è una caramella dal gusto retrò che ricorda, a tratti, un certo gusto per lo stile sgangherato tipico della British Invasion.
Quelli di noi che hanno sempre guardato con invidia la musica d’oltremanica, ascoltando le storie cantate da fratelli coltelli, amando le canzoni di giovani ragazzi timidi della periferia working class e che sono rimasti sistematicamente sopraffatti dagli accenti spiccatamente marcati, saranno coinvolti dalla freschezza delle canzoni di questi ragazzi.
Suggerisco ai N.e.t.t. di continuare a suonare così, dimostrando i muscoli e la bravura che non mancano ed infine auguro loro di trovare una etichetta musicale che li possa mettere sotto contratto.
(Giorgia Furfaro)

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